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venerdì 5 settembre 2014

Nonno e...Norman Rockwell

La creatività è la naturale estensione del nostro entusiasmo.
F. Nightingale

Mi sono ritrovata a raccontare ai miei figli della passione per l’arte e la pittura che mi accompagna fin da quando ero bambina, risvegliando in me il ricordo di quando tale passione ha avuto inizio.
Le domande dei ragazzi e la loro curiosità mi hanno piacevolmente stupito, chissà se, realmente interessati ai miei racconti o  semplicemente felici di avermi qualche minuto tutta per loro; ho abbandonato la cucina e gli impegni domestici e ahimè non avviene spesso.

Già da piccolissima passavo il tempo ad ammirare mio nonno dipingere , assorto nella sua stanza odorosa di olii e polveri “magiche”…
Lo guardavo affascinata ed innamorata di questo nonno bello e soprattutto capace di creare con i suoi colori e pennelli delle meravigliose figure femminili, perfette ai miei occhi.

 Mi sembrava il nonno migliore del mondo, e a distanza di anni credo proprio che lo fosse.

Ammiravo le riviste artistiche, gelosamente custodite nella sua libreria, i dipinti di grandi personaggi…e il mio sguardo affamato di immagini e colori si posava in modo ricorrente su I girasoli di Van Gogh e ancor più sulle illustrazioni di Norman Rockwell nel libro Tom Sawyer.



Dopo aver visto, recentemente ad Amsterdam, la mostra, a mio dire davvero soddisfacente e ben allestita di Van Gogh…udite udite…finalmente a Roma sta arrivando il grande illustratore newyorkese.

Per la prima volta esposte in Italia oltre cento opere provenienti dalle collezioni del Norman Rockwell Museum di Stockbridge a Palazzo Sciarra dall' 11 novembre 2014.

I suoi dipinti, le illustrazioni delle pubblicità di prodotti americani hanno costituito per diversi anni il mito americano, sono impressi nella mia mente di bambina; una serie di scene che ritraggono gente per bene, momenti belli e sempre a lieto fine, buoni propositi e grandi sentimenti.


Tante volte ho cercato di imitare il suo genio illustrativo inventando e ricreando le immagini di libri letti e piacevolmente rimasti nel mio cuore.

"Immagini irreali di una realtà assolutamente irreale", chissà forse proprio perché elaborate nel periodo del dopo guerra, quando lo stesso Rockwell immaginava la speranza di un mondo migliore, fatto di giorni del ringraziamento attorno ad una tavola imbandita; le sue tavole pubblicitarie diffuse a mezzo comunicazioni commerciali di massa ricevevano negli anni successivi alla seconda guerra mondiale davvero numerosi consensi.

Definito un grande narratore di piccole vicende umane, credo che sia stato il precursore della mia spasmodica voglia di arte…il piacere di fotografare e riprodurre su tela l’immagine fotografata così come appare all’occhio della mente, soggettiva e non oggettiva; la fotografia e la pittura che si mescolano offrendo allo spettatore il momento in cui avviene l’azione condito dal pensiero e dall’ immaginario del pittore.



Le sue tele sono fotografie stupende, potrei passare ore ad ammirarne i particolari.



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