La creatività è la naturale estensione del nostro entusiasmo.
F. Nightingale
Mi sono ritrovata a raccontare ai miei figli della passione
per l’arte e la pittura che mi accompagna fin da quando ero bambina, risvegliando in
me il ricordo di quando tale passione ha avuto inizio.
Le domande dei ragazzi e la loro curiosità mi hanno
piacevolmente stupito, chissà se, realmente interessati ai miei racconti o semplicemente felici di avermi qualche minuto
tutta per loro; ho abbandonato la cucina e gli impegni domestici e ahimè non
avviene spesso.
Già da piccolissima passavo il tempo ad ammirare mio nonno
dipingere , assorto nella sua stanza odorosa di olii e polveri “magiche”…
Lo guardavo affascinata ed innamorata di questo nonno bello
e soprattutto capace di creare con i suoi colori e pennelli delle meravigliose
figure femminili, perfette ai miei occhi.
Mi
sembrava il nonno migliore del mondo, e a distanza di anni credo proprio che lo
fosse.
Ammiravo le riviste artistiche, gelosamente custodite nella
sua libreria, i dipinti di grandi personaggi…e il mio sguardo affamato di
immagini e colori si posava in modo ricorrente su I girasoli di Van Gogh e
ancor più sulle illustrazioni di Norman Rockwell nel libro Tom Sawyer.
Dopo aver visto, recentemente ad Amsterdam, la mostra, a mio
dire davvero soddisfacente e ben allestita di Van Gogh…udite udite…finalmente a
Roma sta arrivando il grande illustratore newyorkese.
Per la prima volta esposte in Italia oltre cento opere
provenienti dalle collezioni del Norman Rockwell Museum di Stockbridge a Palazzo Sciarra dall' 11 novembre 2014.
I suoi dipinti, le illustrazioni delle pubblicità di
prodotti americani hanno costituito per diversi anni il mito americano, sono impressi
nella mia mente di bambina; una serie di scene che ritraggono gente per bene, momenti belli e sempre a lieto fine, buoni propositi e grandi sentimenti.
Tante volte ho cercato di imitare il suo genio illustrativo
inventando e ricreando le immagini di libri letti e piacevolmente rimasti nel
mio cuore.
"Immagini irreali di una realtà assolutamente irreale", chissà
forse proprio perché elaborate nel periodo del dopo guerra, quando lo stesso
Rockwell immaginava la speranza di un mondo migliore, fatto di giorni del
ringraziamento attorno ad una tavola imbandita; le sue tavole pubblicitarie
diffuse a mezzo comunicazioni commerciali di massa ricevevano negli anni
successivi alla seconda guerra mondiale davvero numerosi consensi.
Definito un grande narratore di piccole vicende umane, credo
che sia stato il precursore della mia spasmodica voglia di arte…il piacere di
fotografare e riprodurre su tela l’immagine fotografata così come appare
all’occhio della mente, soggettiva e non oggettiva; la fotografia e la pittura
che si mescolano offrendo allo spettatore il momento in cui avviene l’azione condito dal pensiero e dall’ immaginario del pittore.
Le sue tele sono fotografie stupende, potrei
passare ore ad ammirarne i particolari.
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